i PiWi
dal sito vinievitiresistenti.it
PIWI
Il miglioramento genetico della vite. Malattie, portinnesti e incroci interspecifici. Un viaggio lungo 150 anni che continua con la scoperta del genoma della vite e la piramidizzazione delle resistenze. Prima di approfondire il tema annunciato localizziamo il genere Vitis.
Il genere Vitis, della famiglia delle Vitaceae, è suddiviso nei sottogeneri Muscadinia e Euvitis. Questi due sottogeneri sono caratterizzati da un corredo cromosomico diverso: Muscadinia 2n=40 (20 coppie di cromosomi) e Euvitis 2n=38 (19 coppie di cromosomi).
Una ulteriore classificazione, rappresentativa delle resistenze/tolleranze, che vedremo più avanti, vede: Muscadinia 2n=40 suddivisa nelle specie di origine americana: V. rotundifolia; V. munsoniana; V popenoei.
Euvitis 2n=38 suddivisa in:
Partiamo quindi dalla Vitis vinifera sottospecie sativa per capire quali sono state le motivazioni che hanno portato agli incroci interspecifici con altre varietà di Vitis non vinifera.
È stata una necessità, non che non bastassero le varietà esistenti e gli oltre 500 geni di resistenza presenti nella nostra amata V. vinifera s. sativa.
Tra quei 500 geni non sono però presenti quelli alle malattie importate dall’America. Rappresentate principalmente dall’insetto Fillossera (Daktulosphaira vitifoliae) e dalle malattie fungine Oidio (Erysiphe necator) e Peronospora (Plasmopara viticola).
La scoperta del nuovo mondo, e quella delle varietà autoctone americane, ha contribuito a far arrivare a noi queste malattie. I coloni inizialmente provarono a vinificare le uve “indigene” ma queste non risultarono adatte a produrre vini. Successivamente importarono le varietà europee che però si adattarono solo in alcune zone ed in maniera provvisoria, dove non era presente la Fillossera. Sul fronte delle malattie, le vitis americane, avevano invece già sviluppato le resistenze all’afide e alle malattie fungine.
L’avvento dell’industrializzazione e dei motori meccanici sulle navi, ha consentito un trasporto più veloce, da e per il nuovo continente. Questo ha contribuito ad uno scambio di materiale genetico che ha fatto arrivare e diffondere le malattie in Europa.
1845 l’Oidio, anche conosciuto come “mal bianco”, è una malattia fungina della vite. Sbarcata in Inghilterra, si è poi diffusa in tutta Europa. Ci vorranno anni e la perdita di molti raccolti prima di trovare la cura. Furono i due giardinieri inglesi John Kyle e Edward Tucker a realizzare il preparato di acqua e zolfo che pose rimedio all’Oidio. Ancora oggi lo zolfo è utilizzato in agricoltura biologica per sottrarre acqua e bloccare i processi respiratori delle cellule fungine dell’Oidio.
Visto che le viti americane risultavano resistenti all’afide, e per tentare di trovare una soluzione, si iniziò a sperimentare l’incrocio delle varietà europee con quelle americane. I primi ibridi non producevano però vini qualitativamente apprezzabili.
1 Specie originarie dell’America centro settentrionale: V. labrusca; V. berlandieri; V. riparia; V. rupestris.
2 Specie Asiatiche: V. amurensis (Russia/Cina); V.romanetii (Cina); V. piasezkii Maximowicz (Cina).
3 Specie originarie dell’Europa/Asia Occidentale: V. vinifera.
- Vitis vinifera si distingue nelle due sottospecie silvestris e sativa.
- La sativa comprende le varietà da vino che conosciamo, nelle loro differenze molecolari che le distinguono una dall’altra in circa 10.000 cultivar (CULtivated VARiety; varietà coltivate).